Curarsi da soli, facendosi autoprescrizioni non è una cosa auspicabile, ma in alcuni casi singolari è la cosa migliore che possa accadere. Sono un ingegnere informatico di 45 anni, vecchio ordinamento, laurea conseguita brillantemente con una tesi sperimentale riguardo image processing e riconoscimento biometrico, conto in banca in attivo e nessun debito con la giustizia. Se nonostante le difficoltà che i tratti autistici, diciamo così, e quello che ne consegue, ho ottenuto tanti, non solo quelli citati, traguardi professionali e sociali, lo devo in prima linea alla cura che mi sono prescritto da me e naturalmente che il caso mi ha un po’ prescritto! Cura in continua evoluzione del resto, e che tendenzialmente in futuro spero di ridurre al solo uso di cannabis, meditazione e conseguimento di obbiettivi (anche questa è una cura!).

Fortunatamente ho avuto la possibilità di accedere a gran parte dei farmaci che mi sono e mi sono stati utili, anche grazie ad alcuni professionisti medici con cui mi sono consultato. Alcuni di questi farmaci potrebbero essere acqua fresca per alcuni, e pericolose sostanze che portano all’abuso per altri. Per me sono stata la salvezza, e non sono le benzodiazepine o gli antidepressivi SSRI che in genere gli psichiatri prescrivono praticamente a tutti, non sono neanche antipsicotici o stabilizzatori dell’umore, anch’essi tanto cari agli psichiatri, e che magari in tanti casi sono anche utili.

Le sostanze che ho usato di più e grazie alle quali anche con patologie invalidanti come l’ansia generalizzata ho potuto ottenere tutto quello che ho ottenuto sono le seguneti:

  • cannabis;
  • tramadolo;
  • gabapentin e pregabalin;
  • alcol etilico; (inclusi birra e vino)
  • caffeina e nicotina.

Ovviamente non sono le uniche sostanze che ho utilizzato nella mia vita, ma credo siano quelle a cui devo la maggior parte degli effetti terapeutici sul breve e sul lungo periodo dal punto di vista neuropsichiatrico. Molti di questi farmaci non li utilizzo più e altri sto smettendo di usarli, o lo faccio a periodi. Sono lucido e in salute, e anche se sono pieno di lavoro da fare per i tanti clienti, trovo il tempo per scrivere queste righe. Forse perché ritengo importante rompere qualche schema sbagliato e irrazionale, sicuramente perché ho voglia di farlo. Si tratta giusto della testimonianza di un cittadino non tanto qualunque ma in fondo non tanto diverso da te che leggi queste righe.

Chiedere sempre ai dottori, magari a più di uno

Ora io sono un caso davvero eccezionale (le sostanze ti aiutano ma possono davvero rovinarti la vita), e solo a onor della cronaca riporto quanto scritto, e non per invitare nessuno a usare queste sostanze. Semmai a farne valutare l’utilizzo dai professionisti che dovrebbero seguire chi ha problemi neurologici e/o psichiatrici. Il pregabalin viene dato da molti medici in Italia e non solo come acqua fresca, magari demonizzando oppiacei e oppioidi e spacciandolo come un farmaco sicuro. Non lo è assolutamente se non sotto stretto controllo, facilmente può indurre dipendenza e abuso in alcuni soggetti. È un farmaco importante per gestire certi tipi di dolore neuropatico, e sicuramente anche per controllare certi tipi di epilessia e di sindromi ansiose, ma non è un farmaco dal basso profilo di rischio come viene spacciato dal sistema sanitario nazionale. La cannabis è molto più sicura è paradossalmente è illegale. Il CBD è sicurissimo, e in molti casi potrebbe sostituire o coadiuvare oppiacei e farmaci come il pregabalin, ma è boicottato ampiamente!

Leggi questo recente articolo su quanto sia pericoloso il pregabalin se usato senza le dovute precauzioni

Fare sport è una gran cura per tutto

Non dovrebbe esserci bisogno di dirlo, è ovvio: lo sport, nelle sue varie forme, è un’ottima terapia. Lo sport svolto in modo opportuno è un prezioso alleato nella ricerca del benessere psico-fisico. Con o senza l’utilizzo di sostanze attive sul SNC.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.