Dieta chetogenica e CBD

La dieta chetogenica, che sarebbe più opportuno indicare come una strategia nutrizionale, oltre che per perdere peso e risolvere problemi metabolici, è anche utilizzata per una migliore salute cognitiva e dell’umore. Tante persone, le cui esperienze sono supportate da altrettanti studi, hanno notevoli vantaggi per il loro benessere mentale seguendo questa dieta, così come molte persone hanno tanti vantaggi in tal senso utilizzando il CBD, tipicamente usando un olio al CBD. Vediamo alcune possibili sinergie tra CBD e dieta chetogenica, rassicurando i nostri lettori che ci tengono a stare nello stato di chetosi, che con l’olio al CBD non corrono rischi.

Il CBD riduce l’infiammazione

Sebbene l’infiammazione sia un aspetto importante del nostro sistema immunitario, può anche contribuire a una serie di disturbi non desiderati. Per questo motivo, l’uso del CBD nella dieta keto potrebbe essere una grande forza contro l’infiammazione.

Secondo Healthline, il CBD può aiutare ad alleviare il dolore cronico influenzando la funzione dei recettori endocannabinoidi, diminuendo l’infiammazione e interagendo con i neurotrasmettitori. Quando il corpo è in chetosi, rilascia alcuni corpi chetonici specifici, tra cui il più importante è il beta-idrossibutirrato, che blocca i recettori del sistema immunitario legati all’infiammazione.

Favorisce la perdita di peso

Forse avrete già sentito parlare dei benefici dell’olio di canapa per la perdita di peso. Quando il corpo esaurisce i carboidrati da bruciare, passa al grasso come fonte di energia. Poiché aumenta le cellule di tessuto adiposo bruno, il CBD può accelerare il processo di combustione dei grassi. Di conseguenza, l’assunzione di olio di CBD durante il consumo di prodotti dietetici può aiutare a perdere peso in modo più rapido ed efficace.

Effetto neuroprotettivo

Il CBD normalizza il rilascio di glutammato e citochine, con un effetto neuroprotettivo sull’eccitotossicità neuronale, lo stress ossidativo e l’infiammazione. Per essere più precisi, i corpi chetonici creati durante la dieta chetogenica, come il beta-idrossibutirrato, possono servire come fonte alternativa di energia per i neuroni, contribuendo alla funzione neuroprotettiva della dieta.

Allevia lo stress e i sintomi della ketoflu

Cambiare dieta e abitudini di consumo può essere spiacevole per chiunque, e i prodotti a base di CBD possono aiutare efficacemente contro il conseguente stress e malessere! In particolare chi inizia la dieta chetogenica, passando da un’alimentazione ricca in carboidrati a una ricca in grassi, può sperimentare dei sintomi fastidiosi, noti come influenza chetogenica (keto-flu), come mal di testa e crampi, sintomi che il CBD può alleviare.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Longevità e CBD

Gli scienziati hanno dimostrato che un ingrediente attivo della cannabis sovraregola significativamente l’autofagia, prolungando sia la durata della vita che la durata della salute nei vermi nematodi C. elegans.

Due dei componenti più noti della marijuana sono il tetraidrocannabinolo, o THC, e il cannabidiolo, o CBD. Hanno la stessa composizione atomica, ma differiscono nella struttura. Il THC fornisce lo sballo che è spesso associato all’uso di marijuana. Il CBD, d’altra parte, è considerato benigno e sembra possedere proprietà antipsicotiche, pro-cognitive, antinfiammatorie, antiepilettiche e antiossidanti. Nel giugno 2018, la FDA ha approvato Epidiolex, il primo farmaco da prescrizione a base di CBD, per forme rare di epilessia e successivamente per il trattamento di alcune convulsioni. Tuttavia, la ricerca su entrambi i composti è ancora agli inizi.

In questo nuovo studio, gli scienziati hanno approfondito il funzionamento del CBD utilizzando i vermi nematodi C. elegans, che è considerato un buon modello per gli studi iniziali, anche in geroscienza.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che il CBD può aumentare la durata della vita in C. elegans e zebrafish, ma il meccanismo era rimasto sconosciuto. Un altro studio ha scoperto che il CBD induce l’autofagia nelle cellule neuronali in coltura. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno tentato di indagare la relazione tra questi due effetti.

L’autofagia è il processo di rimozione di vari detriti cellulari, come proteine ​​​​mal ripiegate (unfolded) e organelli disfunzionali. Non sorprende che questo sistema di manutenzione sembri essere molto importante per la salute e la longevità in numerosi organismi modello e nell’uomo.

Il trattamento con CBD ha notevolmente aumentato l’attività autofagica in diversi tessuti e tipi di cellule, il più drasticamente del 78% nei neuroni. I ricercatori hanno quindi convalidato questi risultati in vitro su diversi tipi di cellule, inclusi i neuroni ippocampali primari del topo. È importante sottolineare che l’autofagia alterata nel cervello è considerata una delle principali cause del morbo di Alzheimer.

I vermi trattati col CBD sono vissuti molto più a lungo di quelli del gruppo di controllo. I ricercatori hanno anche misurato la durata della salute dei vermi. Molti interventi che prolungano la durata della vita in C. elegans spesso portano a una compromissione funzionale, come una diminuzione della motilità. Tre metriche di salute popolari in C. elegans che diminuiscono con l’età sono la velocità di pompaggio faringea, la capacità riproduttiva e la locomozione, e tutte e tre sono state significativamente ripristinate, anziché alterate, dal trattamento con CBD.

Il gene SIRT1 è stato un popolare oggetto di studio in geroscienza. Uno dei suoi ruoli è un mediatore dell’autofagia. Eliminando SIRT1 nei neuroni del topo, i ricercatori sono stati in grado di cancellare molti dei vantaggi del CBD, indicando un ruolo cruciale di SIRT1 nella mediazione degli effetti indotti dal CBD.

Il CBD è un composto intrigante che potrebbe avere numerose qualità benefiche. Questo studio amplia la nostra comprensione degli effetti del CBD, collegandoli all’autofagia, un processo importante che continua a spuntare sui radar dei geroscienziati.

È incoraggiante che il CBD dimostri il più forte effetto pro-autofagia nei neuroni, rendendolo un potenziale farmaco anti-Alzheimer. Ovviamente, il fatto che il CBD aumenti l’autofagia nei vermi non significa che l’uso della marijuana renda gli esseri umani più sani e dovremo vedere prove umane sul CBD e altri composti.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Proposta di incontro agli Stati Generali per la Legalizzazione della Cannabis

Ill.mo Signor Presidente,
Sottoponiamo alla Sua attenzione un tema che merita di entrare a pieno titolo nel dibattito sul rilancio dell’Italia per la sua rilevanza sociale, economica e ambientale: la regolamentazione della produzione, della vendita e del consumo della cannabis.

Proibizionismo inefficace, legalizzazione danneggia la criminalità

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Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Il laboratorio di Whuan, i pipistrelli e il legittimo dubbio

Siamo in piena pandemia da COVID19, sembra di stare in un film, ma la carenza di cannabis rende questo film più disforico di quanto già non sia di suo. Non è un bel film, siamo tutti protagonisti e siamo sempre gli stessi che già non andava niente bene, ora non va certo meglio.

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Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Innovazione nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La caratteristica comune a tutte le sindromi è una grave alterazione del comportamento alimentare non causata da malattie di competenza internistica o chirurgica. La classificazione attuale(DSM-5) prevede la definizione di tre sindromi principali: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed il disturbo da alimentazione incontrollata.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.

Un libro sul CBD

Se volete saperne di più sul CBD e sulle numerose patologie che può alleviare e curare, vi consiglio un libro che troverete sul Giardino dei Libri, un sito specializzato nella vendita di libri, sul quale potete trovare anche numerosi prodotti naturali per la cura della salute e della bellezza.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.

Il miglior vaporizzatore portatile per la cannabis nel 2022

Se sei finito in questa pagina e perché probabilmente sei alla ricerca del miglior vaporizzatore portatile per assumere la tua cannabis terapeutica.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Tramadolo contro CBD per il dolore: vince il CBD!

Interessante testimonianza tratta da un blog americano su CBD e Tramadolo. Traduzione dell’articolo:
https://bottomlineinc.com/blogs/common-threads/tramadol-vs-cbd-for-pain-cbd-wins

Non era la telefonata che qualcuno vorrebbe mai ricevere: mia madre di 86 anni era caduta e stava andando in ospedale. Oh, accidenti! La buona notizia è che era “solo” una frattura da compressione di una delle sue vertebre: avrebbe potuto essere peggio in circa un miliardo di modi. Due notti di osservazione in ospedale e poi a casa con un menu cinese di farmaci, tutti progettati per gestire il dolore mentre il suo osso ha il tempo di guarire. Il menu includeva …

  • Cerotti di lidocaina da cambiare ogni 12 ore;
  • Ibuprofene (Motrin o Advil) ogni quattro ore;
  • Tramadolo ogni 4-6 ore se il dolore è troppo forte. Il tramadolo è un oppioide che può creare dipendenza ma meno rispetto ad altre opzioni;
  • Oxy-qualcosa nel caso in cui il dolore peggiori davvero. Questo è quello pesante.

La gestione del dolore in realtà è molto importante per una frattura come questa perché i medici non vogliono che il paziente rimanga a letto, il che aumenta il rischio di coaguli di sangue e polmonite. Invece l’obiettivo è quello di gestire il dolore in modo che il paziente possa effettivamente muoversi, anche se non saltare di nuovo in palestra o, nel caso di mia madre, portare il cane a passeggio e sedere al lavoro.

A suo merito, ha parlato dei rischi degli oppioidi e ha sottolineato che la mamma dovrebbe usare le opzioni più sicure prima di passare a quelle più potenti. E ha anche sottolineato che non sarebbe stato “indolore” ma che invece dovrebbe mirare a un dolore accettabile. Questo è un problema importante che si verifica con la gestione del dolore: settare le aspettative del paziente che il dolore deve essere tollerabile piuttosto che invisibile. Invisibile semplicemente non accade nella maggior parte dei casi e questa aspettativa incoraggia l’uso continuato dei farmaci.

Nonostante l’annuncio stile “pubblicità progresso”, il suo medico le prescriveva ancora non uno ma due oppioidi … ed era ancora più irremovibile sul fatto che avrebbe dovuto seguir entrambe le prescrizioni per tenere a bada il suo dolore in modo da poter alzarsi dal letto ed evitare altre complicazioni.

Conoscendo perfettamente i rischi associati agli oppioidi, mia madre è diventata il più conservatrice possibile: lidocaina, sì … Motrin, sì. E per i primi giorni, prendeva uno o due capsule di tramadolo al giorno per alleviare il dolore e lasciarla dormire. Non sembra poi così tanto.

Ma la scorsa settimana ho intervistato Bob Stuttman, ex capo dell’ufficio della DEA a New York, per uno dei nostri podcast Advocator, e mi ha detto che l’assunzione di oppiacei anche per soli quattro giorni può aumentare significativamente le probabilità che si instaurino tolleranza e dipendenza.

Lunedì, quattro giorni dopo la sua caduta, le ho inviato a casa un campione di pomata a base di CBD. Questo è un prodotto di cui abbiamo parlato ampiamente e che abbiamo aggiunto al nostro negozio dopo una lunga ricerca di un prodotto che soddisfaceva i nostri requisiti di alta qualità a un buon prezzo.

Quella sera ricevetti il seguente messaggio dalla mamma: “L’unguento è buono. Penso meglio della patch. ” Progresso.

La mattina dopo ricevetti un altro messaggio: “Non prendo più medicine dalle 21:00. Il balsamo è incredibile.” Successo!

È stata una settimana fa. Mia madre non ha più toccato Tramadol o Motrin da allora. E per fortuna, non ha mai dovuto estrarre l’Oxy-qualcosa dal pacchetto.

Vuoi provare la pomata al CBD?

Se dopo aver letto quest’articolo ti è venuta voglia di valutare su di te o su qualche tuo conoscente l’efficacia della pomata antinfiammatoria a base di CBD, ti consiglio questa in vendita su Amazon:

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La pomata antinfiammatoria a base di CBD più venduta su Amazon con numerose recensioni positive da parte di chi la ha provata.

L’Olio di Canapa con elevata concentrazione di CBD agisce in sinergia con l’Olio di Rosmarino, la Canfora e il Mentolo per dare sollievo da numerosi disturbi e conciliare anche il riposo notturno.

Oppure puoi provare direttamente l’olio al CBD con una concentrazione al 10%, clicca qui per acquistarlo e riceverlo in un giorno.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Cannabis e Sindrome dell’Intestino Irritabile

Concludo l’argomento deficienza clinica del Sistema Endocannabinoide trattando la Sindrome dell’Intestino Irritabile che abbrevio in IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.

Sindrome di asperger e olio di CBD

L’olio di CBD è comunemente usato per trattare condizioni come ansia, artrite ed epilessia. Ma per quanto riguarda Asperger? In che modo il CBD può aiutare con i disturbi dello sviluppo nello spettro autistico? La ricerca rivela che l’olio di CBD può giocare un ruolo nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico, compreso quello di Asperger.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.