Miglior LED COB per coltivare piante indoor – Garpsen

In Italia non è purtroppo ancora consentito coltivare cannabis con elevato tenore di THC, ma è possibile piantare quella cosiddetta light, con molto CBD e quasi niente THC e sicuramente l’anno prossimo si voterà in merito con un referendum popolare. Ti stai chiedendo quale sia la migliore lampada a LED per coltivare cannabis a un prezzo abbordabile ottenendo delle rese decenti? Bene sei nel posto giusto, continua pure a leggere.

Cos’è un LED COB?

La parola COB è in realtà l’abbreviazione di Chip-on-Board e le luci LED COB sono luci appositamente progettate con chip LED che sono montati direttamente in un substrato per formare un singolo modulo. Poiché più LED sono cablati e messi tutti insieme, formano fondamentalmente un’unica fonte di luce.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

LED Niello per coltivare cannabis

Coltivare cannabis è vietato, ma se il numero di piante è esiguo, e a maggior ragione se se ne fa un utilizzo terapeutico, è ormai più che lecito, almeno a giudicare dall’attuale orientamento giurisprudenziale e anche per puro buon senso, quel senso pratico, e umano, di cui ci si augura siano dotate sia le forze dell’ordine che i magistrati.

Inoltre mentre scrivo sono state quasi raggiunte le 500.000 firme necessarie per indire un referendum e rendere legale la coltivazione ed è anche in attesa di seguire il suo iter un testo da pochi giorni uscito dalla commissione Giustizia, che renderebbe possibile coltivare fino a 4 piante, ridicolo per tante ragioni che le capre ignoranti e belanti dei politici proibizionisti ignorano, ma sarebbe già una gran cosa.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Cannabis per mal di schiena

La cannabis in Italia è prescrivibile per il dolore neuropatico, per quanto la sua efficacia sul dolore in sé non sia sempre elevata, risulta un ottimo coadiuvante di altre terapie.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Sono innocente, criminale è la legge!

Ciao,

ti scrivo per una notizia importante, sono sicura che troverai qualche minuto per un aggiornamento sul caso di Matteo Mainardi.

Alle 10 di mattina di ieri, all’inizio della manifestazione antiproibizionista a Montecitorio, Matteo – che coltivava da 67 giorni per la disobbedienza di #IoColtivo – è stato fermato dalla polizia con la sua pianta di Cannabis.

La Polizia lo ha denunciato e ha sequestrato la sua piantina, dona ora 9 euro per difendere Matteo.

Dopo ben due ore di fermo ha ricevuto un verbale di denuncia per “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope” e per “Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”.

Probabilmente hai iniziato a conoscere Matteo sul suo canale YouTube, dove ogni lunedì ci aggiornava sulla sua disobbedienza. Ha scelto responsabilmente di iniziare questa disobbedienza perché stufo di non sapere quello che compra per strada, perché è stanco di comprare cannabis a vantaggio delle mafie.

Matteo fa parte della comunità di #IoColtivo e dobbiamo aiutarlo.

Abbiamo deciso di raccogliere 1000 euro per sostenere le spese che sarà necessario affrontare per difenderlo. Dona ora 9 euro per difendere Matteo.

Gli avvocati hanno dato la loro disponibilità a difendere gratuitamente i nostri amici disobbedienti, ma vogliamo raccogliere questa cifra per sostenere le spese vive che ci saranno (oneri amministrativi, analisi della pianta…)

Grazie, perché sarà solo grazie a te che la legalizzeremo. Le eventuali denunce che ci colpiranno serviranno a creare nuovi casi di tribunale che confermino l’idea che ci unisce: dobbiamo essere liberi di piantarla!

Un abbraccio, conto di tornare a scriverti presto per condividere i prossimi aggiornamenti.

Antonella

Foto di Antonella

PS: puoi donare anche con Bonifico bancario intestato a “Centro di iniziativa antiproibizionista” IBAN: IT45E 05034 03264 000000001694.

Metti nella causale “Matteo”, così saprò che hai donato per sostenere le spese per difenderlo. Grazie 🙏🏻

Ciao Eugenio
Alle 10 di mattina di ieri, all’inizio della manifestazione antiproibizionista a Montecitorio, Matteo – che coltivava da 67 giorni per la disobbedienza di #IoColtivo – è stato fermato dalla polizia con la sua pianta di Cannabis. La Polizia lo ha denunciato e ha sequestrato la sua piantina, dona ora 12 euro per difendere Matteo. Difenderò io Matteo, che ieri mi ha nominata sua avvocatessa. Sono un’attivista e un’avvocatessa, partecipo a questa disobbedienza difendendo i disobbedienti che stanno coltivando cannabis per questa iniziativa. Puoi fare adesso una donazione per sostenere le spese vive per la difesa di Matteo? Gli avvocati che insieme a me sostengono con il loro lavoro questa disobbedienza difenderanno gratuitamente i nostri disobbedienti ma abbiamo bisogno adesso del tuo aiuto per coprire i costi delle iniziative legali. Abbiamo deciso di raccogliere 1000 euro per sostenere le spese che sarà necessario affrontare per difendere Matteo. Dona adesso, Eugenio: difendi Matteo. Grazie di esserci, ti riscriverò presto per aggiornarti su #IoColtivo
Giulia Crivellini
Da quest’anno puoi anche donare il tuo 2×1000 a Radicali Italiani:Sostieni Radicali Italiani con una donazione onlineo attraverso Bonifico BancarioIBAN: IT24 Z032 6803 2080 5285 9206 350
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intestato a: Radicali Italianio ancora con versamento su Conto corrente postalen. 27930015
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Cannabis light a domicilio in poche ore

Negli ultimi due, tre anni molte persone hanno iniziato a utilizzare la cosiddetta cannabis light o anche cannabis legale, ossia la cannabis a basso, quasi nullo, tenore di THC, il cannabinoide al quale si attribuiscono la gran parte degli effetti psicoattivi della cannabis.

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Paypal blocca chi vende CBD

Da tempo è nota la politica di Paypal nei confronti dei prodotti derivati dalla cannabis, in particolare il CBD. Politica questa che non è giustificata ne dal punto di vista scientifico, essendo ormai ben noti i tanti benefici del CBD per la salute umana, ne dal punto di vista politico, essendo il CBD legale praticamente ovunque, di certo in Europa e in America.

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Leggi criminali che uccidono

Quanta merda albanese i miei polmoni hanno dovuto fumare a causa delle proibizioniste leggi criminali! Quanto stress, ansia, soldi in più spesi e finiti nelle casse della criminalità.

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Sacerdote italiano di 72 anni, deceduto per coronavirus, ha rinunciato al suo ventilatore. È una bufala.

Don Giuseppe Berardelli, sacerdote a Casnigo, in Italia, è morto la scorsa settimana dopo essere stato infettato da COVID-19.

La storia della morte di Berardelli è stata ampiamente condivisa dopo che il sito mediatico italiano Araberara ha riferito che i parrocchiani hanno donato un ventilatore a Berardelli, ma ha rifiutato di usare il respiratore e invece lo ha dato a un paziente più giovane nello stesso ospedale.

La storia è stata condivisa da una varietà di siti di notizie regionali e globali

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Cannabis ai tempi del corona virus

Chi utilizza la cannabis per curarsi e migliorare la qualità della sua vita è abituato alle tante ingiustizie causate da leggi sbagliate e incomplete, operatori della sanità ignoranti e in generale l’anacronistico e antiscientifico proibizionismo.

Tante da tempo le promesse disattese della politica, e anche le associazioni esistenti sono abbastanza impotenti e inutili. Insomma la situazione era già abbastanza drammatica, per gli annosi problemi della cannabis terapeutica: essenzialmente i costi e le difficoltà di approvvigionamento.

Ora che è arrivato il COVID19 la situazione è diventata drammatica, e nessuno degli incapaci che scalda la sedia in Parlamento ha sollevato il problema. Problema che ci tengo a sottolinearlo riguarda la salute di numerose persone, fisica e mentale! Quindi un argomento degno di attenzione a maggior ragione, visto che il virus colpisce più facilmente, e con esiti più nefasti, chi sta soffrendo per qualunque patologia.

Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Gli scienziati “condannano fermamente” le voci e le teorie del complotto sull’origine dell’epidemia di coronavirus

Un gruppo di 27 eminenti scienziati della sanità pubblica al di fuori della Cina sta respingendo un flusso costante di storie e persino un documento scientifico che suggerisce che un laboratorio a Wuhan, in Cina, potrebbe essere l’origine dello scoppio di COVID-19. “La condivisione rapida, aperta e trasparente dei dati su questo focolaio è ora minacciata da voci e disinformazione sulle sue origini”, scrivono gli scienziati, provenienti da nove paesi, in una dichiarazione pubblicata online da The Lancet ieri.

Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.