Chi utilizza la cannabis per curarsi e migliorare la qualità della sua vita è abituato alle tante ingiustizie causate da leggi sbagliate e incomplete, operatori della sanità ignoranti e in generale l’anacronistico e antiscientifico proibizionismo.
Tante da tempo le promesse disattese della politica, e anche le associazioni esistenti sono abbastanza impotenti e inutili. Insomma la situazione era già abbastanza drammatica, per gli annosi problemi della cannabis terapeutica: essenzialmente i costi e le difficoltà di approvvigionamento.
Ora che è arrivato il COVID19 la situazione è diventata drammatica, e nessuno degli incapaci che scalda la sedia in Parlamento ha sollevato il problema. Problema che ci tengo a sottolinearlo riguarda la salute di numerose persone, fisica e mentale! Quindi un argomento degno di attenzione a maggior ragione, visto che il virus colpisce più facilmente, e con esiti più nefasti, chi sta soffrendo per qualunque patologia.
Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.