Coltivare cannabis è vietato, ma se il numero di piante è esiguo, e a maggior ragione se se ne fa un utilizzo terapeutico, è ormai più che lecito, almeno a giudicare dall’attuale orientamento giurisprudenziale e anche per puro buon senso, quel senso pratico, e umano, di cui ci si augura siano dotate sia le forze dell’ordine che i magistrati.
Inoltre mentre scrivo sono state quasi raggiunte le 500.000 firme necessarie per indire un referendum e rendere legale la coltivazione ed è anche in attesa di seguire il suo iter un testo da pochi giorni uscito dalla commissione Giustizia, che renderebbe possibile coltivare fino a 4 piante, ridicolo per tante ragioni che le capre ignoranti e belanti dei politici proibizionisti ignorano, ma sarebbe già una gran cosa.
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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.