I mass-media non vi dicono tutta la verità sulla cannabis perché se lo facessero fallirebbero.

Conoscete la teoria nota come modello di propaganda elaborata da Herman e Chomsky? Questo modello cerca di spiegare il funzionamento della propaganda nei mass-media: stampa, radio, televisione e anche il web in fondo.

In questa teoria i media sono visti come delle imprese che vendono un prodotto (lettori e pubblico) ad altre imprese (gli inserzionisti pubblicitari). La teoria prevede cinque “filtri” che selezionano le notizie che vengono alla fine pubblicate, questi filtri sono:

  1. la proprietà;
  2. gli introiti (funding);
  3. le fonti di notizie (sourcing);
  4. la reazione negativa (flak);
  5. l’ideologia.

Il secondo di questi filtri è probabilmente il più importante, considerando che i media più diffusi dipendono pesantemente dagli introiti pubblicitari per poter sopravvivere.

Wikipedia riporta che un giornale come il New York Times ricava il 75% dei suoi introiti dalla pubblicità. I giornali in generale ricevono in media il 70 percento dei loro introiti dalla propaganda, la televisione il 95%.

Gli autori suggeriscono che questo filtro si capisca meglio collocandolo in un tradizionale contesto di business. Sostengono che un giornale, come qualunque altra azienda, ha un prodotto che offre al suo pubblico (o clientela). In questo caso, tuttavia, il prodotto è composto dai lettori ricchi (affluent) che comprano il giornale — consistenti anche nel settore istruito della popolazione che ha potere decisionale — mentre i clienti comprendono le imprese che pagano per reclamizzare i loro prodotti. Secondo questo “filtro”, le notizie stesse non sono nient’altro che un “riempitivo” per far sì che lettori privilegiati vedano le pubblicità che costituiscono il vero contenuto, e che quindi avrà la forma che più si adatta ad attrarre popolazione istruita con potere decisionale. Le storie che vadano in conflitto col loro “carattere di acquirenti” , si sostiene, tenderanno ad essere marginalizzate o escluse, come anche informazioni che presentino una visione del mondo contrastante con gli interessi dei pubblicitari.

Tratto da Wikipedia

Allo stato attuale la cannabis e i suoi derivati competono praticamente con tutti i prodotti maggiormente pubblicizzati nei media, dai numerosi integratori per il benessere psico-fisico ai superalcolici, tanto per citarne alcuni. Ma l’elenco dei competitor della cannabis è ben più lungo, pensate solo a tutte le pubblicità che vedete in giro dove si reclamano prodotti per far passare l’emicrania e i vari dolori osteoarticolari e muscolari, tutte indicazioni opportune per il CBD, ma anche per altri cannabinoidi e terpeni presenti nella cannabis. Come ho detto l’elenco dei prodotti minacciati dalla cannabis sarebbe lungo, e non è nostra intenzione farlo ora, probabilmente lo faremo in qualche altro articolo.

Tornando all tesi nel titolo di questo articolo, capite bene ora come i media non potrebbero mai parlare bene della cannabis, andando praticamente contro gli interessi di coloro che passano loro i quattrini per poter sopravvivere. Non è neanche necessario che le lobby dietro alle aziende minacciate dalla cannabis diano indicazioni, sarebbe letteralmente come sputare nel piatto in cui si mangia.

Naturalmente i media non potranno frenare a lungo l’epifania delle evidenze sui benefici della cannabis, ma state certi che ci proveranno fino all’ultimo, senza tema di apparire più ignoranti e beoti di quanto già troppo spesso non appaiano a quella frazione di popolazione che non è formata da analfabeti funzionali (e già parliamo di meno della metà del totale) e ha avuto la sorte di essere informata in materia di cannabis.

Qualcosa di analogo probabilmente accade anche con la criptovaluta Bitcoin, pensate a tutte le pubblicità che fanno le banche nei media, tradizionali e non, difficile che i media parlino bene di BTC, sarebbe un autogol! Se ci pensate anche con internet i media tradizionali all’inizio non erano certo benevoli, disinformazione e terrorismo mediatico su internet e il web sono un classico.

Pensateci sia cannabis, che bitcoin, che internet e la new economy, sono state in qualche modo oggetto di bolle speculative dettate dall’entusiasmo degli investitori, ma guardatevi intorno! Vi sembra che internet fosse una bolla?!? Vi ricordo che le aziende più ricche del mondo sono aziende di internet ai nostri giorni, e sulle magliette degli sportivi non ci sono più i brand dei venditori di gas e petrolio, ma di chi vende visibilità su internet. Forse non era poi così mal riposto l’entusiasmo che provocò la famosa bolla della new economy. Vi pare?

Gli esseri umani sono creature emotive e niente è peggio che vedere il tuo amico diventare ricco perché sta investendo in azioni.

Se penso alle potenzialità della cannabis, alla luce di questo presente distopico, in cui cattive multinazionali fanno diventare le persone dipendenti dagli oppioidi, tutelate dalle leggi federali che invece vietano ancora la cannabis (ogni 6 ore si muore di overdose a New york), e beffano ulteriormente il popolo proponendosi poi come i venditori dell’antidoto, che sia il subxone o che sia qualche altra molecola sintetizzata e brevettata dai loro laboratori, e pochi parlano di CBD che è con larga evidenza un prezioso alleato nella disintossicazione da oppioidi.

Se penso alle potenzialità dei bitcoin nel porre un limite allo strapotere delle banche che fanno il bello e il cattivo tempo costringendo la politica a piegarsi al loro volere, perché troppo grandi per fallire.

Se penso a tutto questo… sono sicuro che anche se al momento i media fanno gli gnorri, presto smanieranno per riempire i loro palinsesti di cannabis e bitcoin, facciamo in modo per essere pronti quel giorno a poter dire “noi ve lo avevamo detto, adesso chiedete scusa e pagate i danni!”.

Sì ai cannoni no al canone!

Voglio concludere questo articolo dicendo che visto che anche la tv pagata con i nostri soldi non riesce a svincolarsi dal filtro del profitto proveniente dalle lobby, visto che è zeppa di pubblicità, tanto vale che smetta di prendere i soldi dei cittadini! Basta pagare il canone RAI, fatelo pagare tutto alle lobby che ne decidono i palinsesti e le notizie da passare! Noi preferiamo i nostri cannoni ai vostri canoni!

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.