Siamo in piena pandemia da COVID19, sembra di stare in un film, ma la carenza di cannabis rende questo film più disforico di quanto già non sia di suo. Non è un bel film, siamo tutti protagonisti e siamo sempre gli stessi che già non andava niente bene, ora non va certo meglio.
Sarebbe bello che Speranza, coerentemente a quella che è stata la posizione del suo partito, proponesse di legalizzare la cannabis, sia per evitare maggiori problemi in questo momento storico così critico, che per creare nuove risorse economiche. Cosa quest’ultima che anche Cuomo ha proposto per New York. Ma in questo articolo non voglio parlarvi di cannabis, ma del famoso corona virus, il protagonista cattivo del film che dicevamo.
Un laboratorio biochimico a Wuhan? Sì tutto vero!
Come tutti sappiamo questo retrovirus, ossia un virus “a base” di RNA, proviene dalla città di Wuhan, il grosso centro urbano cinese dove si sono verificati i primi casi. Immagino che molti di voi avranno sentito parlare del fatto che a Wuhan vi sia un laboratorio dove si svolgono proprio delle ricerche sui virus.
Vien da pensare subito a qualche teoria complottista, quindi sembrerebbe una sorta di bufala a base di armi biochimiche sfuggite al controllo. Ma in realtà è assolutamente vero! A Wuhan ci sta davvero un laboratorio che si occupa di pericolosissimi agenti patogeni, e come vedremo tra poco proprio il famigerato Corona virus era oggetto di attenzione di questo laboratorio. Ma leggiamo cosa veniva scritto, nel 2017, sul sito di LeScienze, autorevolissima rivista nota in tutto il mondo, poco prima che questo laboratorio aprisse. Fa venire i brividi leggendo oggi.
A Wuhan, in Cina, sta per essere inaugurato un laboratorio in grado di gestire gli agenti patogeni più pericolosi del mondo. La mossa è parte di un piano per costruire tra i cinque e i sette laboratori di biosicurezza di livello 4 (BSL-4) in tutto il continente cinese entro il 2025, e ha generato molta eccitazione, ma anche perplessità.
LeScienze articolo di David Cyranoski
Fuori della Cina, alcuni scienziati si preoccupano infatti che gli agenti patogeni possano fuoriuscire dall’impianto, aggiungendo una dimensione biologica alle tensioni geopolitiche tra la Cina e altre nazioni. Ma i microbiologi cinesi stanno celebrando il loro ingresso nell’élite abilitata a lottare con le più grandi minacce biologiche del mondo. “Ci saranno più opportunità per i ricercatori cinesi, e il nostro contributo allo studio dei patogeni di livello BSL-4 andrà a beneficio del mondo”, spiega George Gao, direttore del Key Laboratory of Pathogenic Microbiology and Immunology dell’Accademia delle scienze cinese a Pechino. Ci sono già due laboratori BSL-4 a Taiwan, ma il National Bio-safety Laboratory di Wuhan sarebbe il primo sul continente cinese.
Da brivido vero? E non è finita! Comunque trovate l’intero articolo presso questo link:
https://www.lescienze.it/news/2017/02/25/news/laboratorio_cinese_patogeni_pericolosi-3435336/
Vi ricordo che è un articolo di tre anni fa.
L’articolo del 2019 sui coronavirus dei pipistrelli
Ecco invece come si concludeva un articolo scientifico redatto proprio dagli scienziati del laboratorio di Whuan e pubblicato sul web nel gennaio del 2019, 10 mesi prima che scoppiasse la pandemia COVID 19 sul pianeta terra!
Due CoV provenienti dal pipistrello hanno causato epidemie su larga scala in Cina per quattordici anni, evidenziando il rischio di un futuro scoppio di epidemie di CoV da pipistrello in questa nazione. In questa recensione, abbiamo sintetizzato i risultati attuali relativi all’epidemiologia del CoV di pipistrello in Cina, allo scopo di esplorare le associazioni tra specie di CoV, specie di pipistrelli e posizioni geografiche, e infine miriamo a prevedere il potenziale di trasmissione tra le specie di questi CoV ospitati dai pipistrelli . Certo, l’analisi potrebbe essere influenzata da dati inaccurati o incompleti. Ad esempio, non tutti i gruppi di ricerca hanno eseguito l’identificazione delle specie di pipistrelli o utilizzato il sistema di posizionamento globale (GPS) durante il campionamento dei pipistrelli. Neanche i pipistrelli nelle province nord o ovest sono stati esaminati. Tuttavia, riteniamo che questa analisi sia un buon punto di partenza per ulteriori ricerche. Inoltre, ci sono altre domande in sospeso che dovrebbero essere affrontate negli studi futuri: (1) dato che la maggior parte delle specie CoV classificate ICTV provengono da pipistrelli, perché ci sono così tanti CoV geneticamente divergenti nei pipistrelli, (2) la patogenesi della maggior parte dei pipistrelli I COV nell’uomo rimangono sconosciuti poiché i virus non sono mai stati isolati o salvati – a parte i virus identificati durante gli scoppi epidemici, molti virus rappresentano una minaccia per la salute umana, (3) sebbene sia noto che SARS-CoV e SADS-CoV siano trasmessi da pipistrelli umani o suini, le loro esatte vie di trasmissione sono sconosciute e (4) perché i pipistrelli possono mantenere i CoV a lungo termine senza mostrare sintomi clinici di malattie. È stato proposto un modello unico di immunità ai pipistrelli. Gli autori hanno dimostrato che l’interferone α espressamente costitutivo può proteggere i pipistrelli dall’infezione , mentre alcune vie immunitarie particolarmente smorzate possono consentire ai pipistrelli di avere una maggiore tolleranza contro le malattie virali. Mentre iniziamo a svelare il mistero dell’immunità unica dei pipistrelli, c’è ancora molta strada da fare prima di poter comprendere appieno la relazione tra pipistrelli e coronavirus.
CAS Key Laboratory of Special Pathogens and Biosafety, Wuhan Institute of Virology, Chinese Academy of Sciences, Wuhan 430071, China
Ecco il link all’articolo completo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6466186/
Ed ecco una versione dello stesso registrata per sempre su archive.li:
Una caverna piena di pipistrelli e di parenti stretti del COVID19
E dulcis in fundo, un articolo di qualche giorno fa, intitolato: “Grotta piena di pipistrelli in Cina identificata come fonte di virus quasi identica a quella che uccide centinaia oggi“
Conclusioni: forse la Cina deve risarcire il Mondo!
Ricapitolando, in Cina a Wuhan ci sta un laboratorio dove stavano giusto raccogliendo corona virus dai pipistrelli di tutta la Cina, per studiare le infezioni da questi scatenate. E guarda caso proprio dove ci sta questa interessante collezione di corona virus dei pipistrelli cinesi inizia la pandemia che stiamo vivendo.
Su questo sito abbiamo già smontato le ipotesi che vorrebbero questo virus come risultato di chissà quali manipolazioni genetiche con lo scopo di creare armi biologiche. Non siamo così bravi a manipolare gli acidi nucleici, anzi se sappiamo fare qualcosa in merito, come i famosi OGM, e proprio grazie ai virus, e procediamo abbastanza a tentativi nel settore, ma qualcosina siamo in grado di fare. Inoltre gli esperti del settore, guardando il genoma di un organismo creato in laboratorio, noterebbero delle caratteristiche, che farebbero capire la natura artificiale dello stesso. Detto questo chi scrive non può fare a meno di pensare che questo laboratorio non sia del tutto estraneo all’epidemia mondiale di COVID19. Troppe coincidenze e poi la Cina è tanto grande, perché sarebbe dovuta partire proprio da Wuhan un’epidemia con un agente virale trovato in una caverna in tutt’altra parte della Cina?
Se tutto questo, come è molto probabile che sia, è stato causato dall’attività del laboratorio di Wuhan, la Cina dovrà risarcire il mondo!
Altre teorie complottiste
Del resto il fatto che a Wuhan si studiasse quel virus, potrebbe essere stato un buon motivo, per qualcun altro, per diffondere lo stesso da quelle parti. C’è chi parla di fondi di investimento americani che hanno scommesso sul crollo dei mercati, esercitazioni militari internazionali tenute a Wuhan poco prima dello scoppio pandemico e … nuovo ordine mondiale magari!
Pensiamo alla cannabis intanto
Quale che sia l’origine di questo fottuto virus, l’assurdo che in alcune parti del mondo la cannabis sia un bene essenziale e che in altre neanche se ne parli si solleva imponente! Ne parliamo in quest’altro articolo sulla cannabis ai tempi del corona virus.
Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMM–CNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” e “scienze e tecnologie elettroniche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.