La caratteristica comune a tutte le sindromi è una grave alterazione del comportamento alimentare non causata da malattie di competenza internistica o chirurgica. La classificazione attuale(DSM-5) prevede la definizione di tre sindromi principali: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed il disturbo da alimentazione incontrollata.

L’eziologia dei disturbi del comportamento alimentare è da riportare a una interazione tra predisposizione genetica, esperienze infantili e fattori di tipo culturale. Nella popolazione generale degli Stati Uniti la prevalenza dell’anoressia è dello 0,9%, quella della bulimia dell’1,5% e quella del disturbo da alimentazione incontrollata del 3,5%. Sia per l’anoressia che per la bulimia l’incidenza è maggiore per il sesso femminile con un’età di esordio dei sintomi tra 15 e 24 anni. Sono patologie che spesso tendono a cronicizzarsi e che possono condurre a complicanze mediche gravi (grave stato di denutrizione, alterazioni dell’emopoiesi, osteoporosi per l’anoressia). Possono essere inoltre presenti alterazioni degli enzimi epatici, dislipidemia etc

In questi pazienti vi è una comorbilità per abuso di sostanze, depressione, ansia, fobia sociale, disturbi della personalità.
Il successo terapeutico in questi pazienti è limitato e il trattamento deve essere integrato con più figure professionalmente eterogenee.
Accanto alla terapia farmacologica, peraltro marginale (solo la fluoxetina che è un antidepressivo si è rilevata efficace nella bulimia nervosa), fondamentale risulta la terapia cognitivo comportamentale ed il supporto nutrizionale.
Premesso che tra le cause del l’anoressia e della bulimia ha un ruolo importante,volendo semplificare, lo squilibrio dei neurotrasmettitori e la disfunzionalità di alcune aree cerebrali c’è tutto il razionale terapeutico per l’utilizzo della cannabis terapeutica e della neurostimolazione cerebrale non invasiva.

Cannabis per i disturbi dell’alimentazione

È noto come il sistema cannabinoide endogeno abbia un ruolo importante nella regolazione dell’appetito; recenti lavori scientifici hanno evidenziato come in donne con anoressia e bulimia il sistema endocannabinoide fosse ipofunzionante in determinate aree cerebrali; in sostanza queste pazienti non potevano provare pienamente il piacere del cibo e quindi sviluppavano rituali e risposte inappropriate a esso. Questa area cerebrale è stata individuata nell’insula che è una regione cerebrale che elabora informazioni su una vasta gamma di sensazioni; l’elaborazione di questi sentimenti interni fornisce un senso combinato dello stato di tutto il corpo.

Neurostimolazione

Per quanto riguarda la neurostimolazione cerebrale non invasiva studi di neuroimaging hanno evidenziato come, in queste patologie, sia presente uno stato disfunzionale della corteccia cerebrale prefrontale. Pertanto le sedute di Neurostimolazione comportano una normalizzazione di questa area cerebrale strategica.

La nostra esperienza

Il nostro gruppo a Lecce ha messo a punto un protocollo di trattamento in cui, oltre alla Terapia cognitivo-comportamentale ed al supporto di una nutrizionista, prevede l’associazione di cannabis terapeutica e di sedute di neurostimolazione. I nostri risultati ad oggi sono positivi ed incoraggianti.

Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.