Scrivo quest’articolo come lettera aperta all’Associazione pazienti cannabis medica la cui lodevole petizione appoggio e condivido.
Di seguito degli screenshot atti a dimostrare l’impegno profuso nella promozione della stessa.



È stata condivisa anche su altri gruppi, altre pagine che gestisco e su Whatsapp.

Ormai la situazione è drammatica, eravamo già stati umiliati come pazienti, come utenti della cannabis, ora siamo andati oltre il fondo che già avevamo toccato. Ci hanno preso per culo praticamente tutti!
Quando resto senza cannabis, con i miei problemi, non c’è nessuna associazione a cui posso rivolgermi, nessun ente, NIENTE. E ammesso che qualcuno ti ascolti, può fare ben poco! BASTA!!! Parliamo di diritti essenziali e di salute! Questo è il momento per farci sentire come non mai, non si tratta di strumentalizzare questa tragedia pandemica, ma anzi si tratta di limitarne gli ingenti danni! In questo momento storico di crisi sanitaria ed economica, in cui vediamo messa fortemente in discussione la nostra libertà personale (noi ci eravamo già abituati), occorre reagire e rivendicarle le libertà personali. NON SIAMO CINESI!!!
Ci poniamo verso un governo e un Parlamento, opposizioni comprese, che hanno sul groppone migliaia di morti, per la loro incompetenza. Dovranno “trattare” e dovranno fare tutto quello di ragionevole che la gente propone per risollevarsi. Altro che fare “call” per cercare chi gli fa l’app. UNA GRANDISSIMA BUFFONATA!!! Si fanno dei bandi dopo aver buttato giù le specifiche, e per fare le specifiche si chiamano i migliori tecnici ed esperti del caso, non si fa una “CALL” aperta a tutti come dei disperati! Poi non possono comprarla dalla Corea questa “incredibile tecnologia”?!? Come se ci fosse qualcosa da inventare, dovete solo scegliere i migliori e metterli al lavoro per creare un app come quella coreana, non creare maggiore confusione con “call” di sorta! DAI!
Tornando all’antiproibizionismo sono molto deluso dall’assenza e dall’inefficacia delle associazioni sul nostro territorio, nel 2013 con la nascita di LaPiantiamo, proprio nella mia provincia, sembrava che stessero per cambiare tante cose, e poi? Nulla di fatto! Ora purtroppo la LaPiantiamo l’ha piantata, anche se hanno ancora il sito web e risultano, cercando in rete, il primo cannabis social club terapeutico italiano.
Vorrei associazioni reali, aperte e presenti, con uffici, personale, canali chiari e soprattutto gente che ti risponde e ti accoglie, e non persone che, se ti danno retta, sembra vogliano guadagnare a tutti i costi su di te o plagiarti in un qualche modo. Io quest’aria respiro in giro parlando con le persone e leggendo sui social.
So che non è facile sia chiaro, e che è facile parlare e basta (credo di star facendo qualcosina di più che parlare), so che ci vogliono anche soldi. Ma io sto spendendo da lustri migliaia di euro l’anno, per avere spesso un prodotto non di qualità, rischiando ancor di più la salute. Bisogna poterla piantare e chi usa cannabis per stare meglio da anni deve essere risarcito! In ogni caso non è certo questo il luogo per dire tutto quello che bisogna e non bisogna fare, credo che lo sappiamo già di cosa abbiamo bisogno subito: libertà di curarci!
A voi cara associazione, avevo già scritto su FB e mi è stato, molto gentilmente, chiesto di scrivervi via email, eccomi qua!
Vi chiedo perdono per il piccolo sfogo, ma l’astinenza dal THC mi rende più nervoso del solito, e spero potremo collaborare fattivamente in diversi modi per raggiungere il risultato di rendere per davvero libera la cannabis terapeutica! Intanto spero riuscirete quanto prima nell’intento di sottoporre a Speranza la vostra petizione, domani spammerò ulteriormente! 😉
Il mio numero è 328 3727667, la mia email è info@weblab24.it, e io sono Eugenio. Grazie per l’attenzione!
P.S. ho preferito scrivere un articolo all’insegna della massima trasparenza, ma anche per creare contenuti su questo sito dedicato alla cannabis terapeutica, lo stesso link al vostro sito presente in questa pagina, serve per migliorare il posizionamento dello stesso su Google.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMM–CNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.