Petizione cannabis COVID19

Scrivo quest’articolo come lettera aperta all’Associazione pazienti cannabis medica la cui lodevole petizione appoggio e condivido.

Di seguito degli screenshot atti a dimostrare l’impegno profuso nella promozione della stessa.

Pagina antiproibizionista indipendente con più di 83.000 follower, dove la vostra petizione è stata aperta da 81 persone, molte delle quali avranno firmato, vista l’elevato coinvolgimento del pubblico di questa pagina su argomenti legati alla cannabis.
Qua siamo sulla pagina del Ministro della Sanità, che qualcuno vorrebbe già processare. Io sono tra quelli se non fa qualcosa SUBITO!
Questa l’ho scritta nella bacheca di Lucia Spiri di LaPiantiamo, che esibiva la sua terapia e tutto il kit per usarla su Facebook, dicendo appunto che voleva condividere virtualmente la sua terapia.

È stata condivisa anche su altri gruppi, altre pagine che gestisco e su Whatsapp.

Un mio amico che ha firmato e fatto una piccola donazione per aumentare di 25 volte la visibilità della petizione su change.org

Ormai la situazione è drammatica, eravamo già stati umiliati come pazienti, come utenti della cannabis, ora siamo andati oltre il fondo che già avevamo toccato. Ci hanno preso per culo praticamente tutti!

Quando resto senza cannabis, con i miei problemi, non c’è nessuna associazione a cui posso rivolgermi, nessun ente, NIENTE. E ammesso che qualcuno ti ascolti, può fare ben poco! BASTA!!! Parliamo di diritti essenziali e di salute! Questo è il momento per farci sentire come non mai, non si tratta di strumentalizzare questa tragedia pandemica, ma anzi si tratta di limitarne gli ingenti danni! In questo momento storico di crisi sanitaria ed economica, in cui vediamo messa fortemente in discussione la nostra libertà personale (noi ci eravamo già abituati), occorre reagire e rivendicarle le libertà personali. NON SIAMO CINESI!!!

Ci poniamo verso un governo e un Parlamento, opposizioni comprese, che hanno sul groppone migliaia di morti, per la loro incompetenza. Dovranno “trattare” e dovranno fare tutto quello di ragionevole che la gente propone per risollevarsi. Altro che fare “call” per cercare chi gli fa l’app. UNA GRANDISSIMA BUFFONATA!!! Si fanno dei bandi dopo aver buttato giù le specifiche, e per fare le specifiche si chiamano i migliori tecnici ed esperti del caso, non si fa una “CALL” aperta a tutti come dei disperati! Poi non possono comprarla dalla Corea questa “incredibile tecnologia”?!? Come se ci fosse qualcosa da inventare, dovete solo scegliere i migliori e metterli al lavoro per creare un app come quella coreana, non creare maggiore confusione con “call” di sorta! DAI!

Tornando all’antiproibizionismo sono molto deluso dall’assenza e dall’inefficacia delle associazioni sul nostro territorio, nel 2013 con la nascita di LaPiantiamo, proprio nella mia provincia, sembrava che stessero per cambiare tante cose, e poi? Nulla di fatto! Ora purtroppo la LaPiantiamo l’ha piantata, anche se hanno ancora il sito web e risultano, cercando in rete, il primo cannabis social club terapeutico italiano.

Vorrei associazioni reali, aperte e presenti, con uffici, personale, canali chiari e soprattutto gente che ti risponde e ti accoglie, e non persone che, se ti danno retta, sembra vogliano guadagnare a tutti i costi su di te o plagiarti in un qualche modo. Io quest’aria respiro in giro parlando con le persone e leggendo sui social.

So che non è facile sia chiaro, e che è facile parlare e basta (credo di star facendo qualcosina di più che parlare), so che ci vogliono anche soldi. Ma io sto spendendo da lustri migliaia di euro l’anno, per avere spesso un prodotto non di qualità, rischiando ancor di più la salute. Bisogna poterla piantare e chi usa cannabis per stare meglio da anni deve essere risarcito! In ogni caso non è certo questo il luogo per dire tutto quello che bisogna e non bisogna fare, credo che lo sappiamo già di cosa abbiamo bisogno subito: libertà di curarci!

A voi cara associazione, avevo già scritto su FB e mi è stato, molto gentilmente, chiesto di scrivervi via email, eccomi qua!

Vi chiedo perdono per il piccolo sfogo, ma l’astinenza dal THC mi rende più nervoso del solito, e spero potremo collaborare fattivamente in diversi modi per raggiungere il risultato di rendere per davvero libera la cannabis terapeutica! Intanto spero riuscirete quanto prima nell’intento di sottoporre a Speranza la vostra petizione, domani spammerò ulteriormente! 😉

Il mio numero è 328 3727667, la mia email è info@weblab24.it, e io sono Eugenio. Grazie per l’attenzione!

P.S. ho preferito scrivere un articolo all’insegna della massima trasparenza, ma anche per creare contenuti su questo sito dedicato alla cannabis terapeutica, lo stesso link al vostro sito presente in questa pagina, serve per migliorare il posizionamento dello stesso su Google.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Rimborsabilità cannabis terapeutica, come fare in Puglia – Parte prima

Le condizioni per la rimborsabilità della cannabis in Puglia prevedono che l’inizio del trattamento avvenga in ambito ospedaliero e che la cannabis venga prescritta da uno specialista autorizzato all’interno di un piano terapeutico.

Il piano terapeutico per la cannabis

Io sono solo un dottore in ingegneria informatica, sono avvezzo ai protocolli informatici, ma trovo che la burocrazia unita alla sanità sia una delle matasse più intricate da sciogliere. Ho parlato con tanti dottori e pazienti e devo dire che nessuno mi ha dato delle indicazioni che mi siano sembrate chiare e oggettive e soprattutto praticabili. Naturalmente questo è solo l’ennesimo problema cagionato dal proibizionismo e dalla disinformazione in materia, che anche l’ignoranza e la scarsa proattività di tanti medici supporta. In ogni caso a quanto sembra dovrò farmi redarre questo benedetto piano terapeutico.

Da oggi 10 dicembre mi muoverò per avere quello che mi spetta di diritto, ossia la cannabis a spese dello stato per gestire il dolore cronico cagionatomi da un’ernia discale, che attualmente gestisco con Pregabalin e Tramadolo. La mia salute sta venendo inesorabilmente danneggiata ogni giorno più del dovuto per colpa dei medici ignoranti che mi circondano (non tutti per fortuna e alcuni loro malgrado) e dello Stato che mi ospita con le sue leggi infami e criminali.

L’argomento è molto delicato, parliamo della mia salute, per questo documenterò tutto con i miei blog e forse anche con video su youtube, e sarò pronto a portare in tribunale tutti i medici che mi forniranno informazioni sbagliate nell’esercizio delle loro funzioni. Attualmente in tribunale ci sto per portare un otorino di questo sud dalla sanità malata. E sarò pronto a denunciare tutte le cose non a norma in cui mi dovessi imbattere prima di ottenere l’agognata cannabis a spese dello Stato. Dopo potrò concentrarmi sulla class action per essere risarcito dai tantissimi danni subiti per colpa di leggi criminali, paragonabili a quelle naziste, o a quelle talebane.

Una volta ottenuta la mia cannabis a spese dello stato sarò lieto di condividere quanto appreso con altri pazienti, allo scopo apriremo anche un Cannabis Social Club, oltre ai nostri siti e canali social.

La legge vigente in Puglia sancisce che il costo dei farmaci cannabinoidi importati dall’estero è rimborsabile dal Servizio Sanitario regionale per l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antiinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rilevato inefficace.

Ricado assolutamente in questa fattispecie, e aldilà della minore efficacia dei farmaci citati, in assenza di cannabis, c’è anche da dire che usando la cannabis posso diminuire drasticamente i dosaggi degli stessi, cosa che il mio fegato apprezzerebbe non poco.

Per ottenere il piano terapeutico dovrò recarmi presso una delle strutture autorizzate dalla regione Puglia (ospedale o farmacia ospedaliera) e farmi redigere il piano terapeutico con cui ritirare la terapia ogni mese. A quanto sembra per ritirare la terapia a volte è sufficiente portare ogni mese il piano terapeutico, altre volte questo va accompagnato dalla ricetta medica, redatta ogni mese dallo specialista o dal medico di base.

La domanda che ora sorge spontanea è la seguente:

Quali sono in Puglia le strutture autorizzate a fare il piano terapeutico?

Domani chiamerò l’ASL e ci divertiremo! Spero di non imbattermi nel solito dipendente pubblico ignorante e cafone a cui sfugge che è in quel posto per lavorare per me, e quindi a tutti gli effetti è al mio servizio, senza se e senza ma. Capita quando si lavora per il pubblico, Vi pare?

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Innovazione nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione

La caratteristica comune a tutte le sindromi è una grave alterazione del comportamento alimentare non causata da malattie di competenza internistica o chirurgica. La classificazione attuale(DSM-5) prevede la definizione di tre sindromi principali: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed il disturbo da alimentazione incontrollata.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.

Cannabis legale: oltre 26.000 firme consegnate a Fico

Mi hanno scritto i Radicali di WeeDo. Speriamo bene! Eccovi il testo integrale… donate!

Ciao Eugenio
ieri è stata una giornata importante per il rilancio della nostra campagna antiproibizionista: insieme all’Associazione Luca Coscioni abbiamo infatti consegnato le oltre 26mila firme raccolte sugli appelli che abbiamo lanciato a sostegno della ripresa del dibattito sulla legalizzazione della cannabis. Mentre nel Palazzo ieri il Presidente della Camera Roberto Fico ha personalmente preso in carico le firme dell’appello, fuori siamo riusciti a portare in raccolta un gran bel numero di attivisti, malati in terapia con la cannabis e sostenitori della causa antiproibizionista, oltre a 19 parlamentari di 5 gruppi diversi che hanno preso la parola dal palco!

Siamo riusciti a fare un passo importante, dona ora per dare un futuro alla nostra lotta.

Un altro obiettivo raggiunto è la costituzione dell’intergruppo per la cannabis legale: oltre 50 parlamentari hanno già aderito all’invito di Riccardo Magi e altre ne arriveranno. Visto cosa siamo riusciti a fare grazie a te? Dona ora per WeeDo! Una maggioranza per la cannabis legale c’è, adesso i partiti devono dimostrare di averne la volontà. E sentiranno la nostra pressione 💪🏻

A presto, Antonella Soldo

WeeDoSostieni la nostra battaglia con una donazione online o attraverso Bonifico Bancario
IBAN: IT24 Z032 6803 2080 5285 9206 350
Filiale Banca Sella
intestato a: Radicali Italiani
causale: WeeDoo ancora con versamento su Conto corrente postalen. 27930015
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Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Stato criminale!

USO cannabis da oltre vent’anni e lo Stato, in tutte le sue forme, ABUSA delle mie finanze, della mia salute e della mia dignità!!!

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Tramadolo, dipendenza da tramadolo e CBD

Se stai leggendo queste righe, probabilmente conosci già il tramadolo. Un oppioide di sintesi, utilizzato principalmente come antidolorifico, che recentemente sta guadagnando una crescente fama, spesso accompagnata dalla solita disinformazione, che non manca mai quando si tratta l’argomento droga. Infatti è stato impropriamente definito la droga dell’ISIS o la droga del combattente, ma questa è un’altra storia. In questo articolo parleremo di come il CBD possa aiutare a smettere di usare il tramadolo.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Un libro sul CBD

Se volete saperne di più sul CBD e sulle numerose patologie che può alleviare e curare, vi consiglio un libro che troverete sul Giardino dei Libri, un sito specializzato nella vendita di libri, sul quale potete trovare anche numerosi prodotti naturali per la cura della salute e della bellezza.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.

Il miglior vaporizzatore portatile per la cannabis nel 2022

Se sei finito in questa pagina e perché probabilmente sei alla ricerca del miglior vaporizzatore portatile per assumere la tua cannabis terapeutica.

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Giovanni Caggia, medico neurochirurgo pugliese, iscritto all’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce in data 30.1.1981 con numero di iscrizione 3155, è attualmente responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino (LE), struttura privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Tra i primi dottori in Italia ad utilizzare la cannabis come terapia per per varie patologie.

Tramadolo contro CBD per il dolore: vince il CBD!

Interessante testimonianza tratta da un blog americano su CBD e Tramadolo. Traduzione dell’articolo:
https://bottomlineinc.com/blogs/common-threads/tramadol-vs-cbd-for-pain-cbd-wins

Non era la telefonata che qualcuno vorrebbe mai ricevere: mia madre di 86 anni era caduta e stava andando in ospedale. Oh, accidenti! La buona notizia è che era “solo” una frattura da compressione di una delle sue vertebre: avrebbe potuto essere peggio in circa un miliardo di modi. Due notti di osservazione in ospedale e poi a casa con un menu cinese di farmaci, tutti progettati per gestire il dolore mentre il suo osso ha il tempo di guarire. Il menu includeva …

  • Cerotti di lidocaina da cambiare ogni 12 ore;
  • Ibuprofene (Motrin o Advil) ogni quattro ore;
  • Tramadolo ogni 4-6 ore se il dolore è troppo forte. Il tramadolo è un oppioide che può creare dipendenza ma meno rispetto ad altre opzioni;
  • Oxy-qualcosa nel caso in cui il dolore peggiori davvero. Questo è quello pesante.

La gestione del dolore in realtà è molto importante per una frattura come questa perché i medici non vogliono che il paziente rimanga a letto, il che aumenta il rischio di coaguli di sangue e polmonite. Invece l’obiettivo è quello di gestire il dolore in modo che il paziente possa effettivamente muoversi, anche se non saltare di nuovo in palestra o, nel caso di mia madre, portare il cane a passeggio e sedere al lavoro.

A suo merito, ha parlato dei rischi degli oppioidi e ha sottolineato che la mamma dovrebbe usare le opzioni più sicure prima di passare a quelle più potenti. E ha anche sottolineato che non sarebbe stato “indolore” ma che invece dovrebbe mirare a un dolore accettabile. Questo è un problema importante che si verifica con la gestione del dolore: settare le aspettative del paziente che il dolore deve essere tollerabile piuttosto che invisibile. Invisibile semplicemente non accade nella maggior parte dei casi e questa aspettativa incoraggia l’uso continuato dei farmaci.

Nonostante l’annuncio stile “pubblicità progresso”, il suo medico le prescriveva ancora non uno ma due oppioidi … ed era ancora più irremovibile sul fatto che avrebbe dovuto seguir entrambe le prescrizioni per tenere a bada il suo dolore in modo da poter alzarsi dal letto ed evitare altre complicazioni.

Conoscendo perfettamente i rischi associati agli oppioidi, mia madre è diventata il più conservatrice possibile: lidocaina, sì … Motrin, sì. E per i primi giorni, prendeva uno o due capsule di tramadolo al giorno per alleviare il dolore e lasciarla dormire. Non sembra poi così tanto.

Ma la scorsa settimana ho intervistato Bob Stuttman, ex capo dell’ufficio della DEA a New York, per uno dei nostri podcast Advocator, e mi ha detto che l’assunzione di oppiacei anche per soli quattro giorni può aumentare significativamente le probabilità che si instaurino tolleranza e dipendenza.

Lunedì, quattro giorni dopo la sua caduta, le ho inviato a casa un campione di pomata a base di CBD. Questo è un prodotto di cui abbiamo parlato ampiamente e che abbiamo aggiunto al nostro negozio dopo una lunga ricerca di un prodotto che soddisfaceva i nostri requisiti di alta qualità a un buon prezzo.

Quella sera ricevetti il seguente messaggio dalla mamma: “L’unguento è buono. Penso meglio della patch. ” Progresso.

La mattina dopo ricevetti un altro messaggio: “Non prendo più medicine dalle 21:00. Il balsamo è incredibile.” Successo!

È stata una settimana fa. Mia madre non ha più toccato Tramadol o Motrin da allora. E per fortuna, non ha mai dovuto estrarre l’Oxy-qualcosa dal pacchetto.

Vuoi provare la pomata al CBD?

Se dopo aver letto quest’articolo ti è venuta voglia di valutare su di te o su qualche tuo conoscente l’efficacia della pomata antinfiammatoria a base di CBD, ti consiglio questa in vendita su Amazon:

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La pomata antinfiammatoria a base di CBD più venduta su Amazon con numerose recensioni positive da parte di chi la ha provata.

L’Olio di Canapa con elevata concentrazione di CBD agisce in sinergia con l’Olio di Rosmarino, la Canfora e il Mentolo per dare sollievo da numerosi disturbi e conciliare anche il riposo notturno.

Oppure puoi provare direttamente l’olio al CBD con una concentrazione al 10%, clicca qui per acquistarlo e riceverlo in un giorno.

Dottore in Ingegneria Informatica, laureatosi con una tesi di ricerca sviluppata presso IMMCNR di Lecce sul riconoscimento biometrico utilizzando il pattern dell’iride umana, web developer e web marketer presso la web agency Web Lab24, docente di “scienze e tecnologie informatiche” presso la Scuola. Uomo di scienza, convinto antiproibizionista e utilizzatore di cannabis da oltre venti anni. Un cittadino in attesa di leggi più giuste e in attesa di ristori.

Cannabis e Sindrome dell’Intestino Irritabile

Concludo l’argomento deficienza clinica del Sistema Endocannabinoide trattando la Sindrome dell’Intestino Irritabile che abbrevio in IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome.

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Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.