Sollecitato da alcuni pazienti ritorno sull’argomento e lo faccio volentieri anche perché la malattia di Parkinson sarà oggetto della mia relazione durante il Convegno sulla Cannabis Terapeutica che organizzo a Lecce il prossimo 4 Maggio.
Il morbo di Parkinson
La malattia di Parkinson è una sindrome neurodegenerativa complessa in cui accanto a più noti sintomi motori, tremori a riposo, bradicinesia, disturbi dell’equilibrio e dell’andatura, si associano sintomi generali quali insonnia, disturbi del sistema neurovegetativo, depressione, decadimento cognitivo. Come è noto la causa è una degenerazione in determinate zone cerebrali, note come gangli della base, di un gruppo di neuroni che sono alla base del sistema dopaminergico. Essendo una malattia per così dire poliedrica l’approccio terapeutico non può limitarsi alla terapia farmacologica ma coinvolge anche altre sfere di trattamento sia in riabilitazione motoria che cognitiva.
Un po’ di storia
Detto questo faccio un po’ di storia, dal punto di vista scientifico, sull’utilizzo della Cannabis in questa malattia.
Il primo riferimento scientifico risale al 1888 quando Gowers, nel sua trattato di malattie neurologiche, parla degli effetti benefici della ‘Indian hemp’ nella sindrome di Parkinson.
Il presupposto scientifico è la densità dei recettori per i cannabinoidi nei gangli della base è da questo presupposto è partita la ricerca scientifica più recente.
Lo studio scientifico con il maggior numero di pazienti (339) è quello di Venderova del 2004 nel quale i pazienti, trattati con Cannabis per via orale per tre o più mesi, manifestavano un miglioramento delle funzioni generali, del tremore, della bradicinesia e rigidità, con scarsi effetti collaterali. Passando dal trattamento dei sintomi al trattamento eziologico due recenti lavori(Lei te al.,2010 e Casarejos te al.,2013) dimostrano come l’assunzione di Cannabis abbia un’azione di regolazione sulla proteina tau, incrementi il metabolismo della dopamina, riduca lo stress ossidativo.
La mia esperienza con la cannabis
Passando alla mia esperienza, su un numero consistente di pazienti, posso dire che la Cannabis è efficace nel controllo dei sintomi motori e nei disturbi del sonno; lo strain che mi ha dato i migliori risultati è il Bedica che spesso associo alla Mucuna pruriens che è una pianta che contiene levodopa naturate. Una possibile interazione con alcuni terpeni può ridurre gli effetti collaterali e migliorare alcuni sintomi della malattia
Medico chirurgo, specializzato in neurochirurgia, ex-dirigente 1°livello presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce. Attualmente Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Centro Cefalee dello Studio Radiologico Associato Calabrese di Cavallino(LE), struttura privata e accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Uno dei primi medici in Italia ad aver utilizzato con successo terapie a base di cannabis.
Per calmare i malati di Alzheimer che il giorno sono ingestibili è consigliata e quale
Nella malattia di Alzheimer,in presenza di agitazione e aggressività,la varietà migliore è il Bedica